Perchè Io NON boicotterò #Vinitaly2016...

Una lettera ad Alfonso Cevola, che ha scritto un blog sui vini d'Italia ed un post su Vintaly 2015:

Ciao Alfonso,

Quando ho letto il tuo post avviandomi al Vinitaly Martedì mattina, ho twittato di essere concorde con "la maggior parte" dei tuoi commenti. Tuttavia camminando per la fiera, più tardi quel giorno, ho capito di avere agito in modo impulsivo. Probabilmente ancora frustrato dal fatto che la sera precedente, a causa del traffico congestionato nel centro di Verona, il nostro tragitto in autobus dalla fiera a Piazza Bra era stato più lungo del solito. Prima della fine della giornata, ho rimpianto la mia immaturità e ho cancellato il tweet.

Ora che la fiera si è conclusa, ho avuto la possibilità di rilassarmi e pensare più chiaramente a #Vinitaly2015 per poter controbattere ai tuoi commenti. Ma prima, alcune premesse. 1) A differenza di te, ho partecipato a Vinitaly ogni anno solamente a partire dal 2004; 2) Una delle ragioni per cui sono andato quest'anno è stata la mia partecipazione al Vinitaly International Academy. E, 3) ho pagato personalmente.

Esaminando la fiera in maggiore dettaglio, così per come è oggi, ho potuto constatare che Vinitaly è cresciuto oltre la visione limitata delineata nel tuo post. Oggi la fiera attira gente da tutto il mondo - quest'anno, su un totale di 150.000 visitatori, 55.000 erano professionisti provenienti da 140 paesi e 2.600 giornalisti, provenienti da 46 Paesi. Chiaramente, non è la stessa fiera del 1967 ma nemmeno la stessa fiera del 2004.

Ma fatto ancora più importante, Vinitaly quest’anno è stato stracolmo di nuove iniziative che onestamente vanno riconosciute nella loro interezza. Iniziative che sono tremendamente significative per i tuoi amati operatori perché ampliare il proprio business all'estero. Ad esempio il "Talk Business Series", una serie di conferenze giornaliere espressamente pensate per i produttori e rivolte alla conoscenza dei mercati esteri quali la Cina, Russia e Stati Uniti. Quest'anno, FIVI (la federazione dei produttori indipendenti italiani) ha inaugurato il proprio padiglione ottenendo un grande successo. E a riguardo dei piccoli produttori, una intera sezione del padiglione 11 è stata dedicata alla VinitalyBio, iniziativa organizzata in collaborazione con FederBio, per promuovere le aziende familiari che lavorano organicamente e biodinamicamente - la maggior parte di loro così piccole da non potersi permettere normalmente di partecipare ad una grande fiera come Vinitaly. Era presente per il terzo anno consecutivo anche VIVIT, sempre in crescita ed un'altra storia di incredibile successo. Questo va a dimostrare il fatto che Vinitaly vuole rappresentare tutti i membri del settore vinicolo del paese, non solo i grandi produttori ed i ricchi Consorzi. Le delegazioni di quest’anno provenienti da diversi paesi, in particolare Cina, Hong Kong, USA e Germania, grazie all’organizzazione di Vinitaly International, hanno avuto un programma intenso, scandito da orari precisi al fine di visitare i vari padiglioni e conoscere una vasta gamma di vini provenienti da tutta Italia, non solo dalle regioni piu’ conosciute sulle quali normalmente si concentrano la maggior parte dei visitatori. Ho citato sopra la Vinitaly International Academy, uno strumento importante nella strategia di Vinitaly per demistificare i vini italiani all'estero; nessun’altra fiera al mondo si è presa la briga di effettuare gli ingenti investimenti necessari per poter fare qualcosa di simile - fino ad ora, naturalmente, perché sicuramente, questa iniziativa sarà replicata altrove. OperaWine Sabato sera ha acceso i riflettori sulle 100 migliori cantine d'Italia, e come ben sai, è l'unico evento in cui Wine Spectator ha sempre gradito, fino ad ora, di essere coinvolto in prima persona rispetto a qualsiasi altra manifestazione in ogni parte del mondo.

Circa i punti del tuo post, vorrei affrontarli punto per punto per sottolineare ulteriormente il mio dissenso:

Domeniche: tra tutte le persone tu in particolar modo dovresti  ben sapere che la fiera si svolge in più giorni e che le domeniche sono sempre state tradizionalmente un giorno di incontro  "informale" tra produttori e consumatori. In realtà, diversi produttori mi hanno confessato che non è il loro giorno preferito a causa della confusione, sottolineando comunque che per loro è importante come i giorni successivi dedicati principalmente agli affari. Si potrebbe chiedere ai produttori di Franciacorta, Toscana, Veneto e Campania di votare sulla questione e scommetto una bottiglia del tuo vino preferito che la maggioranza degli espositori non darebbe un voto ‘contrario’. La Domenica è destinata a rimanere perché troppo importante per gli operatori che sostieni di amare così tanto (e rappresenti). Originariamente la fiera si teneva dal Giovedi al Lunedi, ma dal 2012, Vinitaly ha pensato di cambiare le giornate da Domenica a Mercoledì. Di sicuro sai che questa iniziativa ha visto un enorme incremento nel numero di trattative commerciali HORECA - obiettivo che la "leadership" si era posta nel prendere questa decisione senza precedenti. Detto questo, anche io come te, odiavo la Domenica di Vinitaly. Ma io sono cambiato e forse anche tu puoi seguire il mio esempio e riorganizzare il tuo programma per tornare a lavorarci: per prima cosa, ho visitato Gambero Rosso Tre Bicchieri in mattinata, potendo degustare con calma, senza troppe persone attorno e un sacco di spazio a disposizione. Poi mi sono trasferito in sala degustazione di Doctor Wine, dove di solito sono solo, ad assaggiare alcuni vini piuttosto sorprendenti inseriti su macchine tipo "Enomatic". Dopo quello che di solito considero un modo molto produttivo per trascorrere poco più di mezza giornata di Vinitaly, provando un totale di 120-150 vini, ho ottimamente pranzato presso il "Self-Service d'Autore" dietro l'angolo. Ho proseguito il mio giro, camminando lentamente per tutta la fiera durante il corso del pomeriggio, soffermandomi a stringere la mano ai miei amici produttori e riconfermando gli appuntamenti presi per i giorni successivi. Dovresti provare, è molto soddisfacente, si raccoglie un sacco di materiale e si fanno numerose scoperte da utilizzare per il blog ed i post da scrivere in futuro. 

 


Parcheggio: dopo tutti questi anni, non so perché ti ostini ancora a venire in fiera in auto. Sembra che tu non abbia mai preso l'autobus per la città o altre destinazioni. Se lo avessi fatto, avresti constatato che Veronafiere ha notevolmente migliorato questo servizio, mettendo a disposizione un elevato numero di autobus che svolgono vari percorsi (5 in totale) non-stop in modo da ridurre a pochi minuti I tempi di attesa tra una corsa e la successiva. In realtà, l'ultima volta che ho usato la macchina per andare e tornare dalla fiera è stato nel 2004, vittima delle stesse frustrazioni che hai descritto nel tuo post. Da allora, ho visto anno dopo anno continui miglioramenti e questa settimana ho testato come il servizio fosse decisamente veloce e preciso; anche i tassisti ammettono che il servizio navetta funziona molto bene e di conseguenza il traffico sia diminuito in generale in tutta la città. Certo, forse se risiedi fuori Verona hai bisogno di una macchina per andare e ritornare dalla fiera. Hai considerato di parcheggiare allo stadio, dove ho sentito ci sono un sacco di posti auto con accesso facile e veloce al servizio di bus-navetta? In questo modo avresti risparmiato un sacco di tempo. Forse risiedi in città e ti è necessario visitare i produttori tra le colline della Valpolicella per partecipare alle loro cene? Perché non noleggiano un mini-bus privato che venga a prendere i partecipanti all'entrata e li porti a destinazione come molti altri fanno? In ogni caso, pensi davvero che i problemi di traffico di Verona siano tutte questioni imputabili alla "leadership" di Veronafiere? Non è  responsabilità del governo locale della città risolvere queste complicazioni? Il problema è in realtà legato al parcheggio o è di fatto relativo a persone che non vogliono cambiare i loro usi e costumi ed insistono con l’usare le auto private per andare e tornare dalla fiera?

Fumatori: Sono d'accordo con te, i fumatori sono la rovina dell'esistenza di un amante del vino. Io non sono un fumatore e francamente, sono allergico al fumo della sigaretta e di conseguenza non mi piace l’abitudine delle persone di sostare agli ingressi dei padiglioni, dei ristoranti e/o edifici pubblici in qualsiasi parte del mondo in cui le politiche per non fumatori non siano  strettamente regolamentate. Tuttavia, questo è un mondo libero, ed il fatto che la gente fumi fuori da un edificio non significa che stia attendendo una prostituta ... Se lo intendevi come uno scherzo, non è stato affatto divertente. Alfonso, diamo al discorso la giusta prospettiva ... In ogni caso, questo è un piccolo inconveniente per me. Sicuramente ricorderai i giorni in cui era permesso fumare all'interno dei padiglioni. Grazie al cielo il divieto di fumo è stato introdotto l'anno precedente al mio primo Vinitaly e non ho mai dovuto sopportare quello che doveva essere un inferno assoluto.

Bagni: Devo concordare: è disgustoso dover rispondere a una chiamata della natura e trovare la sporcizia altrui, soprattutto con fantastiche scarpe di cuoio italiane come le mie ... Ti do un consiglio: vai alle toilette tra il padiglione 11 e 12, non solo sono molto pulite, ma quasi nessuno le usa. Lo stesso vale per quelle tra padiglione 2 e 3 e quelle nel seminterrato del padiglione A1 e A2. Chiaramente, il problema che hai sottolineato è molto importante in quanto riguarda l'igiene e la sicurezza pubblica e ho notato che quest'anno, la "leadership" ha aggiunto dei servizi igienici mobili tra Hall A e A1, nonché a Sol & Agrifood, così come in altre posizioni, al fine di gestire la congestione. Ovviamente, vi è spazio per migliorie ma generalizzazioni non corrispondono allo spirito critico che invece mi aspetterei di trovare tra le righe del tuo posto.  

Caldo: mi dispiace, ma a quanto pare, non sei stato (o forse solo troppo brevemente?) nei padiglioni di Sicilia, Puglia, Viniternational, e Trentino dove c’era veramente freddo. Mio cognato aveva uno stand nel padiglione VININTERNATIONAL, ed ha dovuto indossare la giacca per quasi tutta la fiera. Ancora una volta, questo è un commento in cui mi sembra tu stia generalizzando su fatti specifici e che potrebbero toccare gli animi solo di persone particolarmente impressionabili. Sì, è vero che ha fatto caldo nelle aree dedicate a Toscana, Marche e Veneto. Tuttavia, dubito che questo sia un problema relativo alla "leadership”. Sicuramente è legato al numero di persone presenti contemporaneamente nello stesso luogo ed in parte correlato a come gli espositori decorano i loro stand. Alcuni usano una quantità eccessiva di luci e questa è una decisione presa uniteralmente. Probabilmente utilizzano ancora la tecnologia alogena invece dei LED, riproponendo lo stesso impianto di illuminazione anno dopo anno, ed arrivare ad imputare la colpa agli organizzatori mi sembra eccessivo, considerato che nel modulo di ammissione sono menzionate precise norme che tendono alla risoluzione di questa problematica. Certamente, sarebbe un incubo per loro controllare ogni singolo piano di allestimento per calcolare la quantità di calore che genererà. Inoltre, non sei il primo a rimproverare che l'Italia è già super regolamentata? Sarebbe ironico da parte tua richiamare gli organizzatori a limitare maggiormente ciò che può e non può essere fatto in termini di decorazione, o no?

I telefoni cellulari e Internet: come facevi negli anni '70? negli '80? e negli anni '90? e anche nel  primo decennio di questo millennio per questa problematica? Cerchiamo di essere onesti, non ho visto alcun evento pubblico in qualsiasi luogo del mondo con tante persone riunite nello stesso posto in cui questo tipo di problema tecnico non si sia verificato. E credimi, io viaggio molto. Un caro amico mi ha detto che Prowein ha avuto lo stesso problema la scorsa settimana. Gli stessi inconvenienti si sono verificati lo scorso maggio al Vinexpo di Hong Kong, dove vivo, città nota per avere uno dei sistemi di comunicazione più sofisticati al mondo.

Stand vandalizzato e refurtiva: in una "vita precedente", sono stato espositore   per molti anni consecutivi in prestigiose fiere sparse ovunque nel mondo, tra cui Germania e Stati Uniti, per prodotti dal valore molto inferiore rispetto al vino ed ogni volta, gli organizzatori mi hanno chiesto se necessitavo di un servizio di sicurezza aggiuntivo a quello fornito dalla fiera. Vinitaly non è diverso e mio cognato mi ha detto che forniscono ad ogni espositore un servizio aggiuntivo di sicurezza su richiesta. Inoltre coprono automaticamente tutti gli espositori con la propria polizza di assicurazione in caso di danni e furto. Ancora una volta, le cose devono essere inquadrate nella giusta prospettiva affinchè le informazioni non diano luogo a impressioni sbagliate. Sei a conoscenza di 3 produttori che hanno avuto problemi, mi dispiace per loro. E tutti gli altri 4.000 espositori in fiera?

Francamente, quello che mi preoccupa enormemente riguardo al Vinitaly è l'ubriachezza. Tuttavia è davvero un fenomeno legato solo al Vinitaly? Sono stato a Londra e ho visto cosiddetti operatori professionisti ubriachi, fuori di testa, vomitare in una sala di degustazione alle 11 del mattino durante un evento dedicato esclusivamente ad operatori del settore. E che dire del Vinexpo di Hong Kong, quando 3 anni fa, le ambulanze sono dovute intervenire, perché i partecipanti, presumibilmente attentamente selezionati dagli organizzatori, erano svenuti a causa dell’eccesivo consumo di alcool? Come non parlare di "Les Grands Jours de Bourgogne" in Borgogna, un evento che ha la reputazione di essere il più selettivo al mondo in relazione alle persone ammesse (ho dovuto chiedere a 3 sponsor di garantire per me prima di ottenere il pass di entrata). Quando la manifestazione è arrivata a Nuits-St-Georges, Musigny, e Vosne-Romanée il secondo giorno, si è rivelata essere un totale spreco di tempo, con il vino già terminato a metà giornata in diversi stand e con molti partecipanti che si avviavano sulla strada di casa alla fine della giornata letteralmente strisciando. Ero sbalordito. Sto parlando di eventi prestigiosi e selettivi a cui possono partecipare apparentemente solo operatori del settore e che si svolgono in paesi che sono portati come esempi positivi rispetto a ciò che succede in Italia. Certamente, penso che Veronafiere dovrebbe coinvolgere maggiormente la città e avere più poliziotti di pattuglia durante l'evento. Forse dovrebbero distribuire etilometri monouso per sensibilizzare maggiormente i partecipanti? E di sicuro, come Angelo Gaja ha detto un paio di anni orsono, i produttori dovrebbero incoraggiare le persone a sputare di più il vino che "assaggiano" aumentando il numero di sputacchiere disponibili  al proprio stand.

Sì, ci sono problemi a Vinitaly, non lo si può negare. Tuttavia, questi problemi non sono diversi da quelli presenti in molte altre fiere (correlate al vino o altro) a cui ho partecipato in tutto il mondo negli ultimi 20 anni della mia vita professionale. In tutta onestà un evento di queste dimensioni, in proporzione, è abbastanza ben gestito e tranquillo. Dobbiamo francamente considerare Vinitaly nel suo giusto contesto. La mostra è estremamente grande e molto importante per l'economia della regione e dell’intero paese. Non è giusto affermare che la "leadership" stia cercando di evitare di assumersi le enormi responsabilità contratte verso così tanti visitatori provenienti da tanti paesi diversi di tutto il mondo e verso tanti produttori che assolutamente dipendono da questo evento per il loro sostentamento. Al contrario, per quello che ho scoperto e imparato questa settimana a Vinitaly, io dico che sono estremamente dinamici e competenti nel loro contribuito a dare un futuro ai vini italiani. Questa sera, io innalzerò un calice di qualcosa di frizzante, sicuramente italiano, per brindare in loro onore!

Puoi decidere di non venire il prossimo anno, sarà una tua decisione. Non preoccuparti però, ti terrò dettagliatamente informato sui tanti vini meravigliosi che intendo cercare e sicuramente trovarò a #Vintaly2016!

Cordiali saluti,

JC